FAQ su trattato ed armi atomiche

 

Trattato per la proibizione delle armi nucleari

Quando è entrato in vigore il TPAN?

Il TPAN è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, sei mesi dopo la ratifica del cinquantesimo stato

Quanti paesi hanno ratificato il TPAN ad oggi?

Ad oggi 73 stati hanno ratificato il trattato TPAN

La ratifica del TPAN è compatibile con l’appartenenza alla NATO?

 

Non esistono impedimenti legali alla ratificazione del TPAN da parte di un paese appartenente alla NATO: esistono tuttavia fortissime pressioni politiche e militari affinché questo non avvenga, pressioni che potrebbero essere superate da forti movimenti popolari, come accaduto in relazione ad altri trattati (armi chimiche, bombe a grappolo, mine antiuomo) 

Cos’è ICAN?

ICAN (acronimo di International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) è una coalizione internazionale di organizzazioni della società civile che lavora per promuovere l’abolizione delle armi nucleari in tutto il mondo. È stata fondata nel 2007 a Melbourne, in Australia, ed è diventata una delle principali voci globali contro le armi nucleari.

Obiettivi principali

  1. Promuovere il disarmo nucleare:
    • ICAN si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sui rischi umanitari e ambientali associati alle armi nucleari.
    • Lavora per eliminare le armi nucleari attraverso trattati internazionali e iniziative diplomatiche.
  2. Sostenere il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN):
    • ICAN è stata la principale forza trainante dietro i negoziati che hanno portato all’adozione del TPAN nel 2017.
    • Questo trattato vieta completamente il possesso, l’uso, la minaccia, lo sviluppo e lo stoccaggio di armi nucleari.
  3. Coinvolgere la società civile:
    • ICAN coinvolge attivisti, organizzazioni non governative, accademici e cittadini per aumentare la pressione sui governi affinché aderiscano al TPAN e promuovano il disarmo.

Principali risultati

  • Premio Nobel per la Pace (2017):
    • ICAN ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo ruolo decisivo nella promozione del TPAN e per il suo lavoro continuo nel richiamare l’attenzione globale sui rischi catastrofici delle armi nucleari.
  • Adozione del TPAN:
    • Il Trattato è stato approvato il 7 luglio 2017 da 122 Stati membri delle Nazioni Unite. È entrato in vigore il 22 gennaio 2021, diventando il primo accordo internazionale legalmente vincolante che vieta le armi nucleari.

Metodi di lavoro

  1. Campagne globali:
    • ICAN utilizza campagne di sensibilizzazione a livello mondiale per informare il pubblico sui rischi delle armi nucleari e mobilitare il supporto per il disarmo.
  2. Collaborazione con istituzioni internazionali:
    • Lavora con le Nazioni Unite, la Croce Rossa Internazionale e altre organizzazioni per promuovere la sicurezza globale attraverso il disarmo.
  3. Coinvolgimento di sopravvissuti:
    • ICAN dà voce ai sopravvissuti delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki (hibakusha) e alle comunità colpite dai test nucleari.

Messaggio principale

ICAN sostiene che le armi nucleari rappresentano una minaccia esistenziale per l’umanità e che il loro disarmo totale è l’unica soluzione sicura. Attraverso l’adozione del TPAN, ICAN vuole creare una norma globale che stigmatizzi le armi nucleari, spingendo i governi e le istituzioni a eliminare questi armamenti.

Armi nucleari

Quanti paesi possiedono armi nucleari?

Attualmente, nove paesi possiedono armi nucleari:

  1. Stati Uniti
  2. Russia
  3. Regno Unito
  4. Francia
  5. Cina
  6. India
  7. Pakistan
  8. Israele
  9. Corea del Nord

I primi cinque paesi nell’elenco sono riconosciuti come Stati dotati di armi nucleari ai sensi del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP). Gli altri quattro non aderiscono al TNP e hanno sviluppato armi nucleari indipendentemente. Israele mantiene una politica di ambiguità, non confermando né smentendo ufficialmente il possesso di tali armi.

Complessivamente, si stima che esistano circa 12.121 testate nucleari nel mondo, con Stati Uniti e Russia che detengono insieme quasi il 90% di esse.

Alcuni paesi europei, tra cui Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, partecipano al programma di condivisione nucleare della NATO, ospitando armi nucleari statunitensi sul proprio territorio.

In passato, il Sudafrica ha sviluppato armi nucleari ma ha successivamente smantellato il proprio arsenale. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, Bielorussia, Kazakistan e Ucraina ereditarono armi nucleari, ma decisero di trasferirle alla Russia o di smantellarle, aderendo al TNP come Stati non dotati di armi nucleari.

È importante notare che le dimensioni degli arsenali nucleari variano notevolmente tra questi paesi, con Stati Uniti e Russia che possiedono la stragrande maggioranza delle testate. Le cifre esatte possono variare a seconda delle fonti e del periodo di riferimento.

Quali sono i legami tra il nucleare civile e quello militare?

I legami tra il nucleare civile e quello militare sono profondi e complessi, poiché condividono tecnologie, materiali e infrastrutture simili. Sebbene i programmi nucleari civili siano ufficialmente destinati alla produzione di energia, la loro relazione con l’uso militare delle tecnologie nucleari ha sempre suscitato preoccupazioni per la proliferazione.

Chi sono gli Hibakusha

Hibakusha (被爆者?) è il termine giapponese per designare i sopravvissuti al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Letteralmente il termine significa “coloro che sono stati colpiti dal bombardamento” ed è composto da tre ideogrammi: (hi) riceve/subire, (baku) esplosione, (sha) persona. La scelta di questo termine per indicare coloro che sono scampati al bombardamento e che subirono le radiazioni fu motivata dalla volontà di evitare il termine “sopravvissuto” quale opposto a “deceduto” sia per rispetto nei confronti dei defunti sia per contenere eventuali sensi di colpa da parte di coloro che furono spettatori di morte e persero familiari e amici.

Cos’è il Doomsday Clock (Orologio dell’apocalisse)

Il Doomsday Clock (Orologio dell’Apocalisse) è un simbolo creato nel 1947 dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists per rappresentare quanto l’umanità sia vicina a una catastrofe globale causata da minacce esistenziali come le armi nucleari, il cambiamento climatico e altre tecnologie distruttive.

L’orologio funziona come una metafora: la mezzanotte rappresenta la fine del mondo e i minuti che la precedono indicano il livello di pericolo per l’umanità.

Storia e Significato

  • Inizialmente, il Doomsday Clock fu concepito nel contesto della Guerra Fredda per segnalare il rischio di una guerra nucleare.
  • Nel tempo, il Bulletin ha incluso altre minacce, come:
    • Cambiamento climatico
    • Biotecnologie pericolose
    • Intelligenza artificiale fuori controllo
    • Conflitti geopolitici e disinformazione

Il consiglio degli scienziati del Bulletin (che include anche premi Nobel) aggiorna ogni anno la posizione delle lancette in base agli eventi globali.

Posizione attuale dell’orologio (2024)

Attualmente, il Doomsday Clock è fissato a 90 secondi dalla mezzanotte, la posizione più vicina alla catastrofe mai registrata. Questo è dovuto a fattori come:

  • Il rischio di guerra nucleare, in particolare la guerra in Ucraina e le tensioni tra potenze nucleari.
  • L’emergenza climatica, con eventi estremi sempre più frequenti.
  • L’instabilità geopolitica e la corsa agli armamenti.

Questa posizione riflette un rischio senza precedenti per l’umanità.

Evoluzione nel tempo

  • 1947: L’orologio viene impostato per la prima volta a 7 minuti dalla mezzanotte.
  • 1953: Arriva a 2 minuti dalla mezzanotte dopo i test della bomba all’idrogeno di USA e URSS.
  • 1991: Segna il momento più sicuro, a 17 minuti dalla mezzanotte, con la fine della Guerra Fredda.
  • 2018-2023: Si avvicina progressivamente a meno di 2 minuti dalla mezzanotte, a causa di tensioni nucleari e crisi ambientali.

Importanza del Doomsday Clock

  • È un indicatore simbolico ma scientificamente fondato dello stato del mondo.
  • Serve a sensibilizzare governi e opinione pubblica sui pericoli globali.
  • Ricorda che l’umanità ha il potere di spostare le lancette indietro, adottando misure per ridurre i rischi.

Il Doomsday Clock non prevede il futuro, ma ci avverte di quanto siamo vicini all’autodistruzione e ci invita a prendere azioni per evitarla.

E’ possibile quantificare le vittime di Hiroshima e Nagasaki?

E’ possibile stimare il numero di vittime dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, anche se le cifre variano a seconda delle fonti e delle metodologie di calcolo.

Hiroshima (6 agosto 1945)

  • Morti immediati: circa 70.000 – 80.000 persone morirono all’istante a causa dell’esplosione, dell’onda d’urto e delle temperature estreme.
  • Morti entro fine 1945: il numero delle vittime salì a circa 140.000, includendo coloro che morirono nei mesi successivi per ustioni, ferite e radiazioni.
  • Morti totali negli anni successivi: si stima che oltre 200.000 persone siano morte negli anni successivi a causa di cancro, leucemia e altre malattie legate alle radiazioni.

Nagasaki (9 agosto 1945)

  • Morti immediati: circa 40.000 – 50.000 persone morirono all’istante.
  • Morti entro fine 1945: il numero delle vittime salì a circa 70.000.
  • Morti totali negli anni successivi: si stima che il numero totale delle vittime abbia superato le 100.000, considerando gli effetti a lungo termine delle radiazioni.

Queste cifre rimangono stime basate su ricerche storiche e scientifiche, ma dimostrano l’enorme impatto umanitario delle bombe atomiche.

Cosa succederebbe nel caso di un conflitto nucleare?

Un conflitto nucleare avrebbe conseguenze catastrofiche su scala globale, con impatti immediati e a lungo termine su vite umane, ambiente, economia e società. L’entità della distruzione dipenderebbe dal numero di testate usate, dalla loro potenza e dagli obiettivi colpiti.

Ecco le principali conseguenze di una guerra nucleare:

Effetti immediati

Esplosione e onda d’urto

  • La detonazione di una bomba nucleare genera un’onda d’urto estremamente potente, capace di rader al suolo edifici e uccidere immediatamente centinaia di migliaia di persone.
  • A Hiroshima e Nagasaki, le temperature nel punto d’impatto raggiunsero i 4.000°C, vaporizzando esseri umani e oggetti.

Radiazioni e fallout nucleare

  • L’esplosione rilascia un’enorme quantità di radiazioni ionizzanti, causando ustioni, avvelenamento da radiazioni e tumori.
  • Il fallout nucleare (particelle radioattive sollevate nell’atmosfera) si disperderebbe su vaste aree, contaminando acqua, suolo e cibo.

Impulso elettromagnetico (EMP)

  • Un’esplosione nucleare ad alta quota genererebbe un EMP capace di distruggere le reti elettriche e elettroniche, paralizzando comunicazioni, trasporti e infrastrutture essenziali.

Effetti a medio termine

Collasso della società

  • Le aree colpite diventerebbero inabitabili per anni a causa delle radiazioni.
  • Il sistema sanitario sarebbe sovraccarico e inefficace, con carenza di medicine e medici.
  • Il caos e la mancanza di risorse porterebbero a sommossa, guerra civile e anarchia.

Crisi economica globale

  • Il crollo delle infrastrutture e delle catene di approvvigionamento causerebbe una recessione globale senza precedenti.
  • I mercati finanziari crollerebbero e la fame si diffonderebbe su larga scala.

Effetti a lungo termine

Inverno nucleare

  • Un conflitto nucleare su vasta scala potrebbe sollevare tonnellate di polveri e fuliggine nell’atmosfera, bloccando la luce solare per mesi o anni.
  • Le temperature crollerebbero drasticamente, distruggendo l’agricoltura e causando carestie di massa.

Mutazioni genetiche e tumori

  • Le radiazioni provocherebbero un aumento di cancro, malformazioni genetiche e malattie croniche per generazioni.

Estinzione dell’umanità?

  • In uno scenario estremo, il collasso ecologico e sociale potrebbe portare alla fine della civiltà come la conosciamo, con miliardi di morti e solo piccoli gruppi di sopravvissuti.

Conclusione

Un conflitto nucleare non si limiterebbe ai paesi coinvolti, ma avrebbe effetti globali devastanti. Per questo, la deterrenza, la diplomazia e il disarmo restano fondamentali per evitare una catastrofe irreversibile.

Il sito https://nuclearsecrecy.com/nukemap/ consente di simulare l’esplosione di diverse armi nucleari 

Quante testate nucleari sono residenti in Italia?

Attualmente, l’Italia non possiede proprie armi nucleari, ma partecipa al programma di “condivisione nucleare” della NATO. In questo contesto, gli Stati Uniti mantengono circa 70-90 testate nucleari sul territorio italiano, dislocate principalmente in due basi militari:

  • Base di Aviano (Pordenone): ospita un numero significativo di queste testate.
  • Base di Ghedi (Brescia): anch’essa custodisce una parte delle armi nucleari statunitensi.

Queste bombe, tutte di fabbricazione americana, sono principalmente del tipo B61, progettate per essere utilizzate sia in ambiti tattici che strategici. Le stime sul numero esatto di testate variano: alcune fonti indicano circa 70 ordigni, mentre altre suggeriscono che il numero possa superare le 100 unità.

È importante notare che, sebbene queste armi siano stazionate in Italia, rimangono sotto il controllo degli Stati Uniti. Tuttavia, nell’ambito degli accordi NATO, l’Italia fornisce i vettori (come gli aerei Tornado) e gli equipaggi addestrati per l’eventuale utilizzo di queste armi in caso di conflitto.

Questa collaborazione riflette l’impegno dell’Italia nell’ambito della NATO e la sua partecipazione alle strategie di deterrenza nucleare dell’Alleanza.