Il coordinamento di cittadine e cittadini, associazioni, enti e istituzioni locali contro l’Atomica, tutte le Guerre e i TErrorismi

Il 7 luglio 2017 è stato approvato all’ONU uno storico Trattato che proibisce le armi nucleari. Esso è stato votato da 122 Stati, ma non da quelli detentori di armi nucleari né dai loro alleati, tra cui l’Italia. Ora “fuori legge” sono le potenze atomiche e chi ospita sul proprio territorio armi atomiche. L’Italia è tra questi: circa 70 ordigni nucleari sono nelle basi di Ghedi e Aviano.

La ratifica del Trattato del 7 luglio implica la rimozione di questi ordigni, ma sarebbe in piena continuità con quanto stabilito dal Trattato di non proliferazione, anche se non ci nascondiamo che comporterebbe la necessità di ripensare a fondo la politica militare in cui l’Italia è implicata.

L’esigenza di eliminare per sempre dalla storia le armi nucleari è stata rimarcata con parole molto ferme da papa Francesco. Anche autorevoli esponenti politici, che avevano ricoperto cariche di grande responsabilità nella politica degli Stati Uniti, l’avevano proclamata da vari anni: gli ex Segretari di Stato o della Difesa Henry Kissinger, William Perry e George Shultz nel 2007, e nuovamente nel 2008, avevano chiesto un mondo libero dalle armi nucleari, poiché finché esistono c’è il rischio reale che prima o poi vengano usate.

Organizzazioni pacifiste e nonviolente di tutto il mondo sono mobilitate da tempo e hanno costituito una rete, l’ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, ma anche “si può fare” in inglese), che è stata tra i protagonisti del movimento che ha portato l’ONU ad adottare il Trattato del 7 luglio 2017. Il conferimento a ICAN del Premio Nobel per la pace 2017 è un riconoscimento di grande valore morale e politico, un forte appello alle riottose potenze nucleari che rafforza la mobilitazione per un mondo senza armi nucleari.

A Torino e in Piemonte, sull’onda di questa mobilitazione, alcune associazioni attive da tempo per la pace, hanno redatto un appello rivolto alle massime cariche della Repubblica chiedendo la firma e la ratifica da parte dell’Italia del Trattato ONU, convinte che lo spirito multilaterale e il suo contenuto etico siano in sintonia con il ruolo internazionale che l’Italia ha ricoperto in anni passati, quando si è posta alla testa di una coalizione internazionale per far approvare una moratoria sulla pena di morte, così come quando è stata tra i più attivi promotori delle convenzioni per la messa al bando delle mine anti-persona o delle bombe a grappolo.

Più di 70 associazioni, sindacati, partiti hanno costituito un coordinamento, il coordinamento di cittadini, associazioni, istituzioni ed enti locali contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi, per organizzare iniziative a sostegno della ratifica del Trattato; ci siamo rivolte/i ai e alle nostre/i rappresentanti nelle istituzioni locali ottenendo fin qui l’adesione all’appello del Consiglio Regionale del Piemonte, dei consigli comunali di Alba, Candiolo, Chieri, Ivrea, Rivalta, Torino e Torre Pellice.

Iniziative simili sono in corso in varie parti d’Italia. Nell’autunno 2017, 240 parlamentari italiani di diversi partiti si sono impegnati a chiedere la ratifica del trattato.

Continuiamo a mobilitare l’opinione pubblica perché siamo coscienti che solo la mobilitazione morale delle donne e degli uomini amanti della pace potrà consentire il raggiungimento dell’obbiettivo di un mondo senza atomiche.

Il cammino è ancora lungo e il lavoro da fare tanto; noi continuiamo e perseveriamo sperando di arrivare al disarmo prima che qualcuno decida di usare la micidiale bomba.